Processo di Beatificazione di Madre Maria Agnese |
Ore 16.00:
Celebrazione del Vespro
presieduta da S. Em. Card. G.ppe Betori
Arcivescovo Di Firenze
A seguire
Sessione di apertura dell’inchiesta Diocesana.
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Madre
Tribbioli, si apre la causa di beatificazione
Firenze, 14 gennaio 2017
Chiesa di San Giovanni Battista della Calza
Il discorso della Superiora Generale Madre
Marte Lombardi
Saluto con stima, affetto e tanta riconoscenza il
nostro pastore sua Eminenza Card. Giuseppe Betori. Con Lui saluto e ringrazio
Sua Eminenza Card. Lorenzo Baldisseri, Sua Eccellenza Mons. Fabio Fabene, la
segretaria del Sinodo dei vescovi, Federica, che ben volentieri è presente a
questo momento tanto voluto ed atteso da ciascuno di noi, momento che per
la Chiesa fiorentina è di tanta importanza perché una sua figlia viene proposta
alla gloria dei Santi.
Questo giorno segna per la Congregazione delle
Suore pie operaie di San Giuseppe una data importante e memorabile. Noi, che
abbiamo conosciuto anche personalmente la serva di Dio Madre Maria Agnese,
nostra amata Fondatrice, siamo ben consapevoli delle sue virtù eroiche, una
donna umile e discreta che ha vissuto autenticamente e quotidianamente la
propria vita concretizzando le virtù cristiane e religiose.
Ella, come vera seguace di San Giuseppe, l’uomo
del silenzio, e di San Francesco, l’umile per eccellenza, ha vissuto
un’esistenza macerata dalla quotidianità, si è fatta serva di tutte, ha cercato
di capire ed amare tutte, anche quelle persone che purtroppo l’avversavano. In
tutto questo Ella ha sempre riconosciuto la volontà di Dio, a cui si inchinava
devotamente e si affidava con tutto il cuore. La Sua spiritualità è stata senza
dubbio eucaristica, fatta di unione intima con Gesù, di un rapporto continuo,
direi minuto per minuto. Quante volte l’abbiamo sentita esclamare il nome di
Gesù e dire “tutto per te Gesù per te”. Amava ricordare alle suore e a noi
giovani di offrire a Gesù tutti i sacrifici e le sofferenze che quotidianamente
si incontravano. Questo rapporto intimo con Gesù non era il solo baluardo della
Sua fede e della Sua vita, ma la lampada che illuminava il Suo cammino era
Maria; l’amore per Maria era la colonna portante della Sua spiritualità. La
Madonna era sentita da lei come la mamma che protegge, che aiuta, che indica
la strada. Quanti dialoghi di preghiera ha avuto con Lei! A noi giovani
studentesse parlava di rapporti intimi con la Madonna che l’aiutavano a capire
il mistero che si svolgeva dentro e intorno a Lei.
Noi, che abbiamo avuto il privilegio di
conoscerLa, siamo testimoni della coerenza della Sua vita. Ricordiamo le virtù
della carità, della speranza, della fede, della prudenza, dell’umiltà, della
povertà, dell’obbedienza, della castità, esercitate dalla Madre in modo
esemplare e sempre col sorriso sulle labbra, senza far pesare nulla sugli
altri. Questo ci ha dato l’immagine della donna forte, della donna saggia e
della donna che, attraverso la preghiera, ha saputo dare sicurezza, fiducia,
forza agli altri per riconoscere nel carisma della Congregazione la strada
concreta della nostra realizzazione umana e cristiana.
Le Sue virtù per noi Suore Pie Operaie sono da
sempre una certezza, ma ora tanti episodi le hanno evidenziate agli occhi del
mondo, come il riconoscimento di “Giusta tra le Nazioni”, non cercato da noi, ma
emerso dalle stesse persone che Ella aveva salvato e quindi emerso
esclusivamente dal silenzio per volontà di Dio. A ciò si aggiunge questa
apertura della causa di Beatificazione diocesana e tanti altri segni che
arrivano a noi Pie Operaie per cui siamo realmente colme di gioia, di
ringraziamento e devozione al Signore che sempre esalta gli umili. Oggi possiamo
ben dire che Madre Maria Agnese non è più soltanto la Fondatrice della nostra
Congregazione, ma è un modello che la Chiesa porge a tutti i cristiani come
stile di vita e di questo ci sentiamo felici ed umili davanti a Dio che realizza
sempre, anche con modi e tempi diversi dai nostri, ciò che serve ai Suoi figli
per stimolarli ed indirizzarli verso il Suo amore.
Oggi Madre Agnese svela quello che nei tempi
passati si intravedeva in Lei, si capiva dai suoi dialoghi, dal suo modo di
essere, di presentarsi, di esprimersi e di dedicarsi alle persone che la
incontravano ed a Lei si affidavano per essere aiutate. Quante volte l’abbiamo
vista dare a chi chiedeva aiuto l’ultima lira che aveva e, guardandoci,
sussurrava a noi: “ci penserà Gesù”; ed infatti era così: al momento opportuno
arrivava il necessario.
Madre Maria Agnese amava San Francesco, viveva la
povertà patendo tante volte il anche il freddo, facendo digiuni, aiutando i
poveri di piazza Santo Spirito e del Carmine e, durante la guerra, dopo i
bombardamenti alla stazione di Foggia, corse a soccorrere i feriti tra i binari
della ferrovia, quasi a rimetterci la vita perchè per Lei tutto doveva essere
svolto a gloria di Dio, primo ed ultimo fine.
Era anche FIGLIA SPIRITUALE DI Padre Pio, con Lui
si confidava e si consigliava sulla conduzione della Congregazione ogni volta
che andava a San Giovanni Rotondo e il Padre La incontrava sempre, tanto è vero
che Padre Pio La chiamò per aprire una casa di accoglienza ai pellegrini,
tutt’ora operante. Questa casa fu aperta proprio da Madre Agnese nel 1952 con la
presenza e la benedizione dei locali proprio da parte del Padre. A noi ricordava
sempre e raccomandava “la santificazione del lavoro”. Ci insegnava questo e ci
faceva ripetere: “Signore, tutto per te”.
Quanta gente abbia aiutato M. Agnese di preciso
non lo so, ma sono tanti. Pagava anche la retta del seminario a un seminarista
che oggi è un bravo ministro di Dio. E come si fa a non ricordare che ha
offerto la sua vita per salvare la vita a tante persone nascondendole dalla
furia nazista nelle cantine e, al momento del sopralluogo da parte della SS,
andò incontro agli ufficiali col crocifisso in mano dicendo: “Qui c’è solo un
ebreo ed è Questo, però tutti siamo figli di Dio e anche voi lo siete”. Gli
ufficiali scattarono sull’ attenti e fecero dietro-front senza perquisire la
casa, dove c’erano più di 20 fratelli ebrei. Per questo, nel 2010 lo Yad Vashem
di Israele La insignì di riconoscenza proclamandola “Giusta tra le Nazioni”.
Ringrazio di cuore il Signore per questo momento
di intensa gioia e ringrazio i nostri cari Pastori della chiesa qui presenti ai
quali riconfermiamo fedeltà e obbedienza.
GRAZIE, grazie a tutti per la vostra
partecipazione!!! |
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Biografia di Madre Maria Agnese e storia della Congregazione |
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Agnese
Tribbioli nacque nel centro storico di Firenze il 20 aprile 1879 da Ludovico
Tribbioli e da Clorinda Sorbi, l'uno proveniente da Cortona (Arezzo), l'altra da
San Martino in Freddana (Lucca). Il papà, che era invalido, lavorava presso la
prefettura fiorentina. Per le condizioni di povertà in cui versava la famiglia,
Agnese e le sorelle Evelina e Maria Francesca, trascorsero un'infanzia
difficile. Nel 1890 morì il signor Ludovico, lasciando la moglie e le figlie in
una penosa situazione economica. |
Nel 1893
Evelina ed Agnese entrarono presso il Patrocinio di San Giuseppe, fondato a
Firenze nel 1882 da Emma Rosadi, per
iniziare il corso di studi. L'Istituto aveva come precipua finalità quella di
offrire, attraverso le scuole festive rivolte a ragazze provenienti da famiglie
povere, un progetto educativo. Agnese, in questi anni, insieme alle nozioni
scolastiche, imparò gradualmente ad apprezzare la vita delle istitutrici e a
porsi la problematica circa un'eventuale scelta religiosa nella propria vita.
Come documenta un manoscritto autobiografico, la Tribbioli si sentiva combattuta
da un conflitto interiore: da una parte ammirava la generosa dedizione delle
istitutrici verso le fanciulle loro affidate, dall'altra nutriva qualche
perplessità circa il metodo pedagogico da loro posto in essere. |
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Nel 1897 fu cooptata dalla Rosadi come insegnante di
maglieria. Il 23 gennaio 1901 fece la vestizione nell'Istituto del "Patrocinio
di San Giuseppe", assumendo il nome suor Maria Agnese. Morta la Rosadi il 13
settembre 1898, l'Istituto, con appena quattordici membri, veniva diretto
da don Vittorio Tanini fino al 1908. A causa della mancanza di una guida
carismatica, la situazione andò peggiorando sia per la povertà, sia per la
carenza di cultura e di idee innovative, secondo l'urgenza dei tempi.
Nell'agosto 1917 suor Maria Agnese e la consorella, suor Adriana Telai,
abbandonarono il languente Istituto, in mezzo all'incomprensione delle religiose
e di qualche esponente della Curia fiorentina. Da questo momento iniziò per le
due fuoriuscite una vita difficile, nella povertà estrema, ricche sole di
fiducia nella Provvidenza. |
Montughi, Grassina, Mascagnolo, San Martino ai
Cipressi furono le prime tappe in diocesi di Firenze, ove si alternavano
situazioni di accoglienza e di rifiuto, senza una certezza per il futuro.
Monsignor Paolino Tribbioli, vescovo di Imola, cugino di suor Maria Agnese, che
seguiva le vicissitudini delle due suore, le invitò a recarsi nella sua diocesi. Le due, accogliendo la richiesta, che ritenevano
provvidenziale, si recarono in Romagna il 2 agosto 1919, passando attraverso
esperienze successive: San Patrizio, settembre 1920, Belvedere, diocesi di
Imola ottobre 1921, Castel del Rio, ottobre 1922. A San Patrizio l'esperienza
della Tribbioli fu irta di difficoltà e di ostacoli a causa dell'ambiente
ostile, dominato da comunisti, socialisti ed anticlericali. L'arciprete, don
Giovanni Piatesi, il 15 agosto 1919, benedisse il nuovo abito religioso. |
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Difficoltà di ogni genere, incomprensione, solitudine e
duro lavoro posero le basi del nascente Istituto, che godeva la fiducia e
l'incoraggiamento del vescovo diocesano mons. Tribbioli. Gradualmente il piccolo
numero di suore crebbe; si aprirono nuovi orizzonti di lavoro: Fiesole (1920),
Belvedere (1921), Castel del Rio (1922), che divenne la Casa Madre, Pistoia
(1928), Sesto Imolese (1928), Foggia (1931), Stornara (1933). Monsignor
Tribbioli, nel 1924, propose il titolo di "Pie Operaie di San Giuseppe"; il
29 giugno 1927 lo stesso vescovo istituì e benedisse il noviziato. Nel 1931 le
suore erano una trentina. Il 16 luglio 1932 mons. Paolino Tribbioli eresse la
pia associazione in Ente Morale con il titolo di "Pie Operaie di San Giuseppe
del Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi". L'otto maggio 1933, dopo alcuni
tentativi andati a vuoto, avvenne il riavvicinamento con le poche consorelle
dell'antico Istituto del "Patrocinio di San Giuseppe", presente e benedicente
monsignor Bonardi, Vicario Generale del cardinale Elia Dalla Costa. |
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Il 15 agosto
1933 avvenne la sospirata fusione tra l'antico e il nuovo Istituto. I decenni seguenti segnarono una progressiva espansione
dell'Istituto: fu fondata la casa di Illorai-Sassari (1937). La seconda guerra
mondiale fece sentire le sue conseguenze anche nelle case dell'Istituto: il 19
agosto 1944 la casa di Foggia fu distrutta; nel settembre successivo Castel del
Rio subì danni notevoli. Nel dopoguerra e nei decenni successivi furono aperte
le case di San Giovanni Rotondo, Monopoli (Bari), Firenze, Galieno (Firenze),
Focette (Pisa), Staffoli (Pisa), San Martino a Farneto (Firenze), Valiano
(Siena), Montepulciano (Siena), Cerbaia (Firenze), Dozza (Imola), Gaiba
(Rovigo), Pirabello (Imola), Montecastelli (Perugia), Nughedu San Nicolò
(Sassari).
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Gli ultimi vent'anni di vita della Fondatrice videro
l'Istituto espandersi progressivamente, prevalentemente nel centro Italia. Nel
1951 furono celebrati con solennità i cinquant'anni di professione religiosa
della Tribbioli. Il 24 gennaio 1952 l'Istituto ebbe il riconosci mento
diocesano; il 31 gennaio 1962 quello pontificio; il 14 gennaio 1963, infine,
quello civile da parte del Governo italiano. Maria Agnese Tribbioli, consumata
dalle fatiche, morì a Firenze il 27 febbraio 1965. Sepolta nel cimitero di
Trespiano (Firenze), è stata riesumata e deposta nella cappella della Casa
Generalizia al n. 113 di via de' Serragli il 3 maggio 2000; quindi, il 5 giugno
2008, traslata nella cappella di Casa Betania, al n. 127 di via de' Serragli,
dove tuttora riposa. È in corso la causa di beatificazione.
Nel 1979 fu aperta la prima
casa in Brasile; nel 1994 in India; nel 2003 in Romania.
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Madre Tribbioli Giusta tra le
Nazioni |
Cerimonia onorificenza - filmato |
Cerimonia onorificenza - book |
Intervista
a suor Emanuela Vignozzi |
Amicizie Ebraico Cristiane |
Saluto sindaco M. Renzi |
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Intervista a suor Emanuela
Vignozzi
ROMA, martedì, 16 marzo 2010 (ZENIT.org)
“Un’operaia silenziosa” così è stata definita Madre Agnese
Tribbioli, fondatrice nel 1927 della Congregazione delle Pie Operaie di San
Giuseppe, da suor Emanuela Vignozzi, Vicaria Generale della Congregazione e
ospite ai microfoni di Tele Radio Padre Pio.
Di grande importanza fu l’opera di Madre Agnese a favore
degli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale, ai quali la Madre diede rifugio
nella Casa generalizia dell’Istituto, salvandoli dai nazifascisti. Per la sua
azione di difesa degli ebrei, il 15 settembre 2009, la Commissione esaminatrice
dell’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha stabilito che il nome di Madre Agnese
Tribbioli fosse inserito nell’elenco dei “Giusti tra le nazioni”.
Il riconoscimento ufficiale dell’onorificenza avverrà nel
corso di una cerimonia che si svolgerà a Firenze il 18 marzo 2010, presso il
Salone dei 500 Palazzo Vecchio. A Madre Marta Lombardi, attuale Superiora della
Congregazione, Gideon Meir, Ambasciatore d’Israele in Italia, consegnerà la
Medaglia e la Pergamena dell’Istituto YAD Vashem di Gerusalemme.
“Un evento importante che sottolinea e valorizza l’operato
silenzioso di una semplice donna il cui principio ispiratore della sua vita
consacrata è sempre stata l’accoglienza – ricorda suor Emanuela - e di cui è in
corso la causa di beatificazione”.
“Il 18 marzo rappresenta per tutti noi – continua suor
Emanuela –, e per la nostra Congregazione una data importante. Essere
riconosciuta 'Giusta tra le nazioni' da esponenti di altre religioni significa
aver conquistato un tassello importante che va ad arricchire il processo di
beatificazione di Madre Agnese Tribbioli”.
“La Madre – ha continuato – è stata sempre molto umile,
modesta, non raccontava mai quello che aveva effettuato nel corso della sua
vita. Anche in questo caso operò silenziosamente, per non allarmare la comunità
per i rischi che avrebbe creato questa azione assistenziale nei confronti degli
ebrei”.
“Se siamo arrivati a questo riconoscimento – ha detto poi
– è grazie all’interessamento di Cesare e Vittorio Sacerdoti, figli di uno dei
tanti ebrei salvati dalla Madre. In tutti questi anni, sono stati promotori di
questa iniziativa che hanno vissuto come un dovere di riconoscenza verso la
Madre che li ha salvati”.
“Nessuno di noi si sarebbe aspettato un evento così
mediatico per una donna così silenziosa”, ha osservato suor Emanuela.
Un riconoscimento che verrà consegnato alla vigilia della
Solennità di San Giuseppe di cui Madre Agnese era tanto devota chiamando così la
congregazione da lei fondata «Pie Operaie di San Giuseppe».
“La Madre aveva preso come esempio San Giuseppe –
sottolinea suor Emanuela Vignozzi – l’uomo del silenzio, l’uomo che ha lavorato
nel nascondimento ed è parte integrante del carisma della nostra congregazione”.
“Trovarci alla vigilia di San Giuseppe, con questa
onorificenza pubblica, ci onora e ci invita a ringraziare il Signore che ci ha
donato questa gioia e questa luce. Essere riconosciuta 'Giusta tra le nazioni'
non fa altro che confermare la santità di Madre Agnese Tribbioli”, conclude
infine.
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SUOR
MARIA TRIBBIOLI GIUSTA TRA LE NAZIONI
Le Amicizie Ebraico Cristiane italiane ricordano Suor
Maria Agnese Tribbioli “Giusta tra le Nazioni”.
Suor Maria Agnese Tribbioli, la Madre Generale delle 'Pie
Operaie di San Giuseppe', che hanno la casa a Firenze in Via dei Serragli è
stata ricordata con la visita dei Consiglieri della Federazione delle Amicizie
Ebraiche Cristiane in Italia riuniti domenica 17 giugno 2012 a Firenze, per la
riunione annuale dei rappresentanti delle Associazioni presenti in Italia.
Sono stati visitati i luoghi dove nel 1944 Suor Maria
Agnese Tribbioli accolse decine di ebrei, tra cui i fratelli Vittorio e Cesare
Sacerdoti, con la loro mamma, e i rifugi sotterranei predisposti per la loro
protezione dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti e dalla morte.
La madre Suor Maria Agnese Tribbioli riuscì a salvare gli
ebrei ospitati a Firenze in Via dei Serragli, con una coraggiosa affermazione
agli ufficiali delle SS: “ci sono solo figli di Dio!”.
I Consiglieri delle Amicizie Ebraiche Cristiane, insieme
con le religiose, hanno recitato un salmo in ebraico ed in italiano,
condividendo la preghiera comune in questi luoghi di fraternità.
L'azione di Madre Suor Maria Agnese Tribbioli, per cui è
stata dichiarata “Giusta tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, Istituto per la
memoria della Shoah, organismo ebraico ufficiale sorto nel 1953 a Gerusalemme
sul Colle della Rimembranza, e volto a preservare la memoria della Shoah
dedicandosi alla ricognizione ed al riconoscimento degli operatori di protezione
degli ebrei.
Infatti una Commissione di trentanove membri presieduta da
un Magistrato emerito della Corte Suprema di Israele vaglia le candidature a
“Giusto tra le Nazioni”, autorizzando l'apertura di un dossier e nomina un
istruttore esperto della storia e della lingua del Paese considerato. La
procedura prevede la consegna, durante una cerimonia, di una medaglia e di un
diploma di onore, con la piantagione di un albero nel Viale dei Giusti a
Gerusalemme e poi il nome viene inciso sui muri che circondano il Giardino del
Memoriale.
Elia Dalla Costa “il Cardinale del coraggio”.
L'azione di Madre Suor Maria Agnese Tribbioli si
inserisce in quell'organizzazione cui dette impulso l'allora Arcivescovo di
Firenze Cardinale Elia Dalla Costa, per la quale oltre 70 Istituti religiosi e
Parrocchie di Firenze aiutarono ebrei, offrendo un nascondiglio dai
rastrellamenti per le deportazioni nei campi di sterminio.
Il Cardinale Elia Dalla Costa è stato anche recentemente
ricordato nel mondo ebraico italiano su “PAGINE EBRAICHE” che è il periodico
delle comunità israelitiche italiane, con la definizione “il Cardinale del
coraggio”.
All'apice dell'organizzazione della Chiesa fiorentina di
protezione degli ebrei durante la Shoah, vi era il sacerdote Don Leto Casini, il
quale aveva i contatti diretti con la DESALEM, un'organizzazione di soccorso
ebraica, divenuta oramai illegale, e che raccoglieva all'estero sia risorse
economiche, sia informazioni, per trovare luoghi di protezione e accoglienza
degli ebrei, aiutandoli a sconfinare in Svizzera e per distribuire risorse
economiche per la sopravvivenza degli ebrei durante la clandestinità anche a
Firenze.
Don Leto Casini e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Don Leto Casini, sacerdote proveniente da Firenzuola e che
era Parroco in città, insieme con il domenicano Padre Cipriano Ricotti del
Convento di San Marco, aveva già subito un interrogatorio il 26 novembre 1943 da
parte delle SS, che irruppero in Via dei Pucci nella Sede fiorentina dell'Azione
Cattolica, arrestando un gruppo di ebrei.
Da quel momento, non intimidito, Don Leto Casini continuò
a mettersi a disposizione per l'aiuto agli ebrei, con un appuntamento
giornaliero nella Cattedrale di Firenze, ogni pomeriggio nella Cappella della
Madonna nell'abside meridionale: si faceva trovare lì e alla stessa ora dentro
il Duomo pronto a dare informazioni e aiuti agli ebrei, per indirizzarli nei
luoghi di rifugio per la loro protezione.
Questa Cappella del Duomo, dedicata proprio all'ebrea
Maria di Nazaret, potrebbe essere il luogo ove ricordare con una targa o un
segno artistico, nel 2014 per il 70° della Liberazione di Firenze, la fraternità
tra ebrei e cristiani durante la Shoah, come è avvenuto in molte Cattedrali
cattoliche, in particolare in Germania, e con l'auspicio che, come già avvenuto
per Don Leto Casini e Suor Maria Agnese Tribbioli, venga riconosciuto tra i
“Giusti tra le Nazioni” anche il Card. Elia Dalla Costa.
Nessuno può dimenticare come, durante la visita di
Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma il 17 gennaio 2010, il nome della Chiesa
fiorentina risuonò alto, nel saluto formulato dal Presidente della Comunità
Ebraica Riccardo Pacifici, che ricordò i suoi familiari salvati durante la Shoah
per la protezione ricevuta in una casa religiosa di Firenze.
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Da «La Nazione» di Firenze: Salvò due fratelli ebrei durante la guerra: madre
Maria Agnese Tribbioli dichiarata ‘Giusta fra le Nazioni’
19/03/2010: Saluto inaugurale del sindaco Matteo Renzi in occasione della
Cerimonia di consegna della pergamena
Accolse due giovani fratelli ebrei nella casa delle Pie
Operaie di via dei Serragli, e ai due ufficiali delle SS che vennero a compiere
un rastrellamento lei, di corporatura minuta e ‘armata’ solo di un crocifisso
tra le mani, rispose fermamente che “Qui non ci sono ebrei, ci sono solo figli
di Dio, e anche voi siete figli di Dio”.
C’è anche questo episodio nelle motivazioni della medaglia
e della pergamena che attesta l’iscrizione quale ‘Giusta fra le Nazioni’ nel
museo dell’Olocausto di Gerusalemme che sono state consegnate stamani alla
memoria di madre Maria Agnese Tribbioli, fondatrice della Congregazione delle
suore Pie Operaie di San Giuseppe. Alla cerimonia, che si è svolta nel Salone
dei Cinquecento, hanno preso parte tra gli altri anche il sindaco di Firenze
Matteo Renzi, l’arcivescovo Giuseppe Betori, madre Marta Lombardi, superiora
generale delle Pie Operaie di San Giuseppe, e i fratelli Vittorio e Cesare
Sacerdoti, che furono salvati dalla suora.
A promuovere il riconoscimento presso l’Istituto Yad
Vashem di Gerusalemme, infatti, sono stati proprio i due fratelli salvati.
L’iscrizione della madre Maria Agnese come ‘Giusta fra le nazioni’ nel museo
dell’Olocausto è un alto riconoscimento che viene conferito a persone che nei
terribili anni della razzia nazi-fascista hanno salvato vite di ebrei a concreto
rischio della loro propria vita.
“Guai a dimenticare – ha detto Renzi nel suo saluto
inaugurale – chi non ha potuto vivere a causa della follia atroce dei nazisti.
Ma nel ricordo del dolore c’è anche il ricordo della speranza nel futuro, quella
speranza che tanti sopravvissuti, e penso Nedo Fiano, che ogni anno non si
stanca di accompagnare gli studenti fiorentini nei ‘Viaggi della memoria’ verso
i campi di sterminio, continuano a fornirci con determinazione, senza
dimenticare, perché le nuove generazioni siano consapevoli costruttrici di
pace”. Renzi ha poi ricordato che “tanti fiorentini, laici e religiosi, sono
‘Giusti tra le nazioni” e ha ricevuto in dono una medaglia ricordo dell’evento e
una raccolta di lettere di madre Maria Agnese. |
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Epistolario autografo di Madre Maria Agnese |
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Madre
Maria Agnese Tribbioli rappresenta una notevole figura della carità cristiana,
da lei testimoniata con radicalità evangelica. Impegnata per tutta la sua vita
nella difesa dei deboli e nell'evangelizzazione, il suo epistolario è segno di
un attaccamento a Cristo e all'uomo. Nelle mille e più lettere che mons.
Cabizzosu ha raccolto in questa opera, corredata da una dotta ed esplicativa
introduzione, si riconosce il tratto
umile, ma al tempo stesso incisivo e carismatico di Madre Tribbioli. Una donna
che antepone il bene dei suoi "cari" fratelli e sorelle al proprio, una fedele
serva di Cristo che nutre una profonda e radicata convinzione: solo l'amore
verso Gesù può cambiare le sorti di una vita. Le esortazioni, gli
incoraggiamenti, gli affettuosi rimproveri, i consigli che costellano questo
epistolario sono la fedele sequela di una discepola di Cristo, che ha raccolto
intorno a sé numerose donne consacrate al servizio dei più poveri ed emarginati.
Un libro di enorme fascino, che ci fa riscoprire una figura religiosa che
meriterebbe maggiore attenzione per il suo messaggio e per la testimonianza di
vita. |
Le copertine dei due volumi, contenenti l' epistolario di
Madre Tribbioli, pubblicato nel 2008 su iniziativa Madre M.arta Lombardi,
superiora generale. |
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Testamento spirituale
di M. Tribbioli |
Lettera da Monopoli
di M. Tribbioli |
Madre M. Lombardi accoglie
la salma della Fondatrice |
Madre M. Lombardi:
M. Tribbioli è tornata a casa |
Clicca
sulle immagini per guardare gli scritti |
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1965-2005: 40° Anniversario della morte di Madre Maria Agnese |
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Il 27 Febbraio 2005, è stato commemorato il 40°
anniversario dell'andata al cielo della nostra diletta e venerata Madre
Fondatrice, Suor Maria Agnese Tribbioli. Tale avvenimento è stato celebrato, in
modo solenne presso la casa Generalizia a Firenze, e presso la Casa Madre a
Castel del Rio. Nelle altre case è stato ricordato l'avvenimento a seconda delle
varie opportunità offerte dalle Chiese Locali.
A Firenze, presso la Casa Generalizia, l'avvenimento è
stato preceduto da un
triduo Eucaristico, animato da un Padre Paolino, a cui hanno partecipato anche
le Suore delle case figlie limitrofe e vicine, Suore di altre Congregazioni e
anche un buon numero di laici. |
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A chiusura del triduo di preparazione vi è stata la
celebrazione Eucaristica solenne nella Chiesa parrocchiale di "San Felice in
piazza", presieduta dall'eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Firenze Ennio
Antonelli, e animata dal coro di "San Marco". Prima dell'inizio della Liturgia,
il parroco, don Gianfranco Rolfi, ha presentato al Cardinale la richiesta di
Beatificazione di Madre Maria Agnese.
Durante l'omelia mons. Antonelli ha messo in risalto le
virtù carismatiche della Madre: Fede, speranza, carità, sostenute da uno spirito
di profonda preghiera, da umiltà sincera e semplicità francescana,
ricordando alla Sua congregazione di vivere "come la famiglia di Nazareth:
lavoro e preghiera".
" ... Si
può ben parlare di una spiritualità del Lavoro, sempre che si tenga conto di
quel che la Madre, fece ed insegnò a fare, per Lei il lavoro dev'essere
coraggiosamente affrontato per provvedere alle proprie necessità ed alleviare
l'altrui miseria ...
... la
denominazione di «Pie Operaie di San Giuseppe», prima ancora che un titolo,è un
programma di vita, che postula la "santificazione del lavoro".
(da "Suor Maria Tribbioli e le sue Pie Operaie di Mariano
D'Alatri 1985) |
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Il 17 Aprile 2005, domenica precedente il 126°
anniversario della nascita di Madre Maria Agnese, a Castel del Rio (Bo), Casa
Madre della Congregazione, è stato ricordato il 40° anniversario della Sua
andata al cielo, con una solenne celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo
di Imola, Sua Eccellenza Mons. Tommaso Ghirelli, e fra i concelebranti, oltre al
parroco, è doveroso ricordare mons. Tarcisio Foresi, che ha ben conosciuto Madre
Maria Agnese, negli anni 1955/1965.
Dopo la celebrazione Eucaristica, in processione, laici,
Suore, Sacerdoti e Vescovo, si sono portati nel cortile antistante la casa, dove
è stato eretto un monumento marmoreo della venerata Madre, che è stato benedetto
e scoperto in mezzo al plauso dei presenti. Anche qui non sono mancate
commozione, ricordi, musiche e tanta gioia.
Durante l'omelia, mons. Ghirelli ha ricordato ai presenti
la figura della Madre, che tutt'ora è viva e presente nel ricordo degli
abitanti di Castel del Rio, dove molte persone che l'hanno conosciuta sono vive
e ricordano con commozione la carità, semplicità, umiltà, disponibilità,
apertura mentale alle esigenze di tutti.
Nella stessa occasione sono stati benedetti i locali della
scuola per l'Infanzia, ampliati e ristrutturati, che ha sede presso la Casa
Madre. |
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Con l'aiuto di Sua eccellenza Monsignor Lorenzo Baldisseri,
Nunzio Apostolico in Brasile, si è aperta la casa di formazione per le future
Suore a Brasilia "Gemma Preziosa".
L'8 Settembre si è inaugurata la nuova sede, con una
solenne celebrazione Eucaristica, seguita da una festosa "agape fraterna".
L'anno Domini 2005, 40° anniversario della dipartita
fisica di Madre Maria Agnese, è stato per la Congregazione delle Suore "Pie
Operaie di San Giuseppe un anno di profondo giubilo interiore e ora che è
iniziata la causa di beatificazione dell’amata Fondatrice, in un anno cosi colmo
di benedizioni e gioie spirituali, non poteva mancare un segno concreto della
vicinanza e benevolenza della Madre Maria Agnese, che dal cielo continua a
vegliare e proteggere la Congregazione.
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